E' uscita la seconda edizione del libro "La Saga dei Bardanzellu. Le alterne vicende di una famiglia sarda", presso "Edizioni del Faro", Trento, http://www.edizionidelfaro.it/, acquistabile in internet e nelle librerie convenzionate con la casa editrice
  2^ generazione (1707-1742)

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Tre secoli
dieci generazioni

 

All'inizio del XVIII secolo, la Sardegna, nel giro di pochi anni, è occupata dagli Austriaci (1708), poi è ripresa dagli Spagnoli (1717), restituita all'Austria con il Trattato di Londra (1718) e, infine, ceduta ai Savoia che, nel 1720, assunsero il titolo di Re di Sardegna. Secondo un cronista dell'epoca "grosse bande a cavallo scorazzavano armate per le campagne, taglieggiando coloro che erano ostili al loro partito, qualunque resistenza era soffocata nel sangue". Tuttavia gli unici a temere che il cambiamento di padrone potesse danneggiarli furono i grossi feudatari, ma il viceré austriaco prima, e anche i Savoia, in un primo periodo, si affrettarono a confermare i privilegi loro concessi dagli Spagnoli. L'isola nella quale si insediarono i Piemontesi era dunque - scrive il viceré di Cagliari - "una terra in balìa dei briganti, senza commercio, senza leggi fisse, senza industria, senza coscienza dei suoi destini". Lo scenario in cui si dibattono i Bardanzellu è, dunque, agricolo pastorale, dedicato all'allevamento brado degli animali, alla raccolta delle olive, alla coltivazione della vite. Non sembra, però, che i componenti di tale generazione se la passassero male: la durata della vita è superiore a quella delle due-tre generazioni successive, ed alcuni indizi sembrano indicare una discreta agiatezza.

   barracelli_1800

 Barracelli dell'800 

 

Nel libro "Banditi. Storia dell’ammutinamento di Gallura" di  Giovanni Francesco Ricci, è descritta una vicenda che potrebbe essere la più antica impresa documentata dei Bardanzellu. Si cita infatti, nel settembre-ottobre 1725, l'arresto nelle campagne di Osilo, di tale Pier Paolo Mossa,  piccolo delinquente abituale di Luras,  per furto di bestiame e resistenza ai barracelli.  Che quest'ultimi fossero proprio i nostri antenati è fortemente indiziato da quanto si legge nell'archivio parrocchiale di Luras, secondo cui, l'anno precedente, il Mossa aveva sedotto e messo incinta Maria Gerolama, sorella di Antonio e Giovansanto Bardanzellu, senza acconsentire nemmeno a un matrimonio "riparatore". I fratelli di Maria Gerolama erano sicuramente due barracelli, avendo cambiato il proprio cognome alcuni anni prima dall'originale Addis. A quanto pare il ladruncolo, dopo aver osato violare l’onore di una sorella dei barracelli, aveva pensato di farla franca svolgendo altrove l’attività di abigeatario, ma aveva sottovalutato l’efficienza e la testardaggine dei nostri antenati !

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 A Tomaso Bardanzellu (n. marzo 1716), l’ambiente ancora feudale del villaggio di Luras stava stretto. Lo attraeva maggiormente la vita della costiera Terranova/Olbia. Non che, all’epoca, l’antica Capitale del Giudicato di Gallura fosse niente di trascendentale: esposta alle scorrerie dei pirati saraceni, infettata dai miasmi della malaria, la cittadina era compresa in un quadrilatero di due ettari e mezzo scarsi, costituito da sei strade parallele in direzione est-ovest, incrociato da due strade in direzione nord-sud. La popolazione del territorio comunale equivaleva a quella del territorio lurese. Il suo centro cittadino, però, nel 1728 (primo censimento indetto dai Piemontesi), contava “ben” 380 abitanti, contro i soli 168 del centro abitato di Luras. Ma, tuttavia, Terranova era una città libera, con il suo Podestà, il suo “Consiglio commutativo” (comunale), e le sue “imparziali” cariche amministrative. Tomaso comprese subito le opportunità che gli poteva offrire un’economia portuale, pur ai minimi termini, rispetto alla piccola patriarcale Luras. Magari accasandosi con una fanciulla proveniente da una famiglia dominante: Agostinanna Puzzu. Tomaso Bardanzellu fu senz’altro un uomo che guardava avanti: fece in modo che tutti i suoi figli acquisissero un’istruzione; ed essi, come vedremo nel capitolo successivo, costituirono l’élite culturale e amministrativa della Terranova/Olbia, nel trentennio a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Nel frattempo, la “sua” Terranova cresceva: nel censimento del 1751, il centro abitato toccò i 622 abitanti e, nel 1781, gli 818; nello stesso anno, quello di Luras era fermo a 192.

 

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Lo scrittore Francesco De Rosa, nel suo libro "Tradizioni popolari di Gallura", Tempio 1899, annovera i Bardanzellu tra le famiglie più agiate e rispettate di Terranova, che hanno il "privilegio" di seppellire i propri defunti nella cripta della Basilica di San Paolo.  Tali famiglie erano probabilmente quelle che avevano contribuito alla riedificazione della Chiesa nel 1747.  All'epoca,  la sola famiglia Bardanzellu presente ad Olbia era quella di Tomaso e Agostinanna Puzzu,

Recenti scavi hanno clamorosamente confermato l'esistenza di tali cappelle funerarie nella cripta della cattedrale olbiese. La cappella riservata ai defunti della famiglia Bardanzellu era quella del Cristo Redentore (insieme alla famiglia Brandanu); in essa furono sepolti i componenti del ramo olbiese almeno sino al 1835, data di apertura del “cimitero vecchio” di Olbia.

 

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nozze_Bardanzellu_Altana

Nel giorno 17 di agosto 1711, avendo fatto le tre solite pubblicazioni, io Pietro Ugias, parroco di questa parrocchia, non risultandomi alcun impedimento, ho sposato davanti all’assemblea dei fedeli Giovansanto Bardanzellu e Maria Altana, liberi, essendo testimoni Pietro de Muru e Giovanni Bardanzellu.

    

sepoltura_Maria_Altana

Nel giorno 8 di gennaio 1751 è morta Maria Altana con i santi sacramenti ed ha affidato il suo testamento a me sottoscritto, lasciando dieci carrette di grano e curatore suo marito Giovansanto Bardanzellu. E di ciò Don Bonetto vicario perpetuo.

    

sepoltura_Giovansanto_Bardanzellu

Nel giorno 10 di aprile 1762 Giovansanto Bardanzellu è morto con i santi sacramenti e lascia 3 scudi a sua figlia Maddalena e 1 scudo a sua figlia Girolama, il resto lo dividano in parti uguali. E di ciò Pietro Leoni vicario perpetuo.

 

            

Il luogo d'origine: Luras
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La Saga dei Bardanzellu è un progetto "Uomo ancoriforme"